Sesta giornata.
Giornata intensa, quindi scrivo tardi… mi spiace. Ci penso e ci ripenso, poi impacchetto tutto e mi appresto a partire.
Due notti a Su Sirboni non erano in programma, visto e considerato che a 2 km c’è casa mia. Eppure… difficilmente si trova un posto accogliente come questo, lontano dalla civiltà e di una bellezza assoluta. Non sono stato lasciato solo: la prima notte qui ho ricevuto la visita di Giuliano e Stefania che mi hanno portato un super panino caldo caldo, ieri Mauro con Grazia con un super picnic. Le scorte alimentari non diminuiscono e il kayak rimane pesante, ma quanta bella compagnia! Insomma, ne vale la pena!
Scelgo il momento per fare il mio ingresso in acqua cercando di evitare quella serie di onde ancora grosse che arrivano. Tutto fila liscio e riprendo finalmente a pagaiare. Passo davanti a Perdepera, distante distante e mi sento un po’ traditore a non scendere a salutare casa. Guardo le casette e il nuraghe con nostalgia, ma il mare è davvero troppo mosso per azzardare una discesa. Navigo mediamente a 2/3 km dalla riva e nonostante tutto, ogni tanto l’onda mi infastidisce. Speravo di scendere a Cea ma niente, anche qui troppo mare in una giornata caratterizzata da una discreta foschia.
Unica soluzione: arrivare al porto di Arbatax che raggiungo alle 13.15. Dalle 9.00 in pagaiata continua. Oggi ho rivisto le berte. Parenti dei gabbiani, sono uccelli grigio scuro sul dorso e chiari sotto. Sono un po’ tozzi e hanno un modo molto caratteristico di volare a pelo d’acqua in cerca di cibo. Nel periplo del 2018 la prima berta la vidi in zona Cala Luna, questa volta la prima a Geremeas, la seconda a Tertenia e oggi uno ventina davanti al lido di Orrí. Starà cambiando qualcosa nelle loro abitudini? Mi mettono allegria e quando le vedo gli urlo: “ciao Bertaaa!” Spessissimo mi girano attorno e sembra che gradiscano il saluto.
Ad Arbatax tiro il fiato solo all’altezza delle famose Rocce Rosse dove mi attendono Raffaele e Paolo. Entro in porto e sistemata l’attrezzatura e messa in sicurezza la mia Diana, ci concediamo un pranzo in ristorante. Raffaele anche nel 2018 mi aveva seguito un po’ ovunque dandomi sostegno, mentre Paolo, vecchio compagno dei tempi dell’hockey, è alla sua prima “presenza”. Pranzo non proprio tipico da canoista ma molto buono, quindi riparto per raggiungere Santa Maria Navarrese.
Il mare è finalmente buono e mi concedo il lusso di circumnavigare l’Isola d’Ogliastra. Addirittura metto la lenza per pescare a traina e porto a terra due occhiate. L’isola è bellissima, faccio qualche foto che dedico a Mauro, visto che sarebbe stato qui il nostro punto prestabilito per l’incontro.
Atterro quindi a Santa Maria Navarrese dopo aver fatto, se non sbaglio, 34 km. Monto la tenda in una serata umidissima. Ricevo un’ultima inaspettata visita di Max con Ele e Marcella che sono qui in zona.
Ora però è ora di andare a dormire e da domani potrei aver problemi a collegarmi, quindi in caso non abbiate notizie, non allarmatevi.
Buona notte e buona Pasqua!