• November 21, 2024
Giornata 20

Ventesima giornata

È la quarta volta che mi capita di svegliarmi a Stintino e non c’è stata volta che i colori dell’alba mi abbiano deluso. La trasparenza delle sue acque lascia senza parole. Lascio la spiaggia della Pelosetta solo alle 8.30.

Mi appresto ad affrontare capo Falcone, come ogni volta, con un po’ di apprensione. Oggi il mare è veramente buono, uno dei migliori da quando è iniziato questo giro, tuttavia il tipo di costa rocciosa e l’assenza di approdi fanno si che questo sia uno dei tratti più complicati dell’isola. Il contrasto tra le acque ferme e trasparenti davanti a me e quelle profonde e scure di quello che i locali chiamano “Mare di fuori” aggiunge un po’ di apprensione.

La costa è subito alta e frastagliata, con roccia scura. Più avanti gli scenari mi ricordano ancora una volta le scogliere irlandesi, dove il verde scintillante contrasta con la scura roccia. La natura qui sfoggia la sua immensità in maniera ancora diversa: grandi pieghe della roccia fanno pensare ad una genesi tormentata. La pietra è a tratti piegata su se stessa, più volte, proprio come quando ripiego la mia tenda per riporla nel kayak.

Inizia la mia discesa sulla costa occidentale, il mare è calmissimo ma a tratti la corrente opposta mi dà l’impressione di stare fermo. Oggi sono stanco e soffro un po’ la posizione ma pian piano avanzo e incrocio anche alcune barche di pescatori che mi fanno sentire meno solo. Dopo circa 20 km approdo in una spiaggia irraggiungibile da terra. Un angolo di paradiso dove le mareggiate hanno depositato una grande quantità di legname.

Purtroppo anche di plastica. Decido di trascorrere la mia pausa pranzo qui e di provare, per quel che posso, a lasciarla più pulita. Recupero un bidone e inizio la raccolta. Mi concentro sui tappi anche perché non potrei portare via oggetti troppo voluminosi. È incredibile la quantità di tappi che raccolgo. Forse 500 tappi e trovo invece solo una decina di bottiglie. Questo mi fa capire perché si sia arrivati a pensare di far si che i tappi in plastica non si possano staccare dalle bottiglie e mi fa capire anche quanto il “tappo” possa descrivere al meglio la statura mentale del genere umano.

Riesco a portare via la tanica riempita per metà e riprendo il largo per puntare alla bellissima Argentiera. In questo angolo di paradiso, dove il contrasto tra la bellezza della natura con l’opera dell’uomo che qui, con la miniera, ha stravolto il panorama per poi lasciarlo in stato di abbandono, mi sento a casa.

Tradizione vuole che mi fermi qui a dormire. Incontro Marcella e Renato con tutti gli amici del trekking che mi accolgono con calore. Mi viene proposto di dormire nella foresteria. Ex officine minerarie oggi dedicate all’ospitalità, dove Paola, una sognatrice come me, prova a dare nuova vita a questo posto. Accetto di fare una grandissima doccia ma preferisco dormire in tenda. Non vorrei esagerare con le comodità. Qui all’Argentiera il cellulare non prende quindi leggerete queste righe non appena in mare avrò il segnale.

Domani tappa importante per cercare di raggiungere Alghero. Altri scenari, sempre bellissimi di questo tour fantastico intorno all’Isola.

Km percorsi…credo solo 28.

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