• December 3, 2024
Giornata 23-24

Il Maestrale è arrivato, come promesso dalle previsioni e pare non mi abbandonerà per giorni. L’esposizione della spiaggia in cui mi trovo non permette al mare di ingrossarsi più di tanto ma il vento lo si sente tutto.

La mia Diana è mezzo coperta di sabbia e quasi non ha memoria dell’ ultimo bagno, ci sarà da aspettare. Se solo provassi a lasciare questa posizione, spostandomi verso sud, già tra un miglio sarei in mezzo ad un mare formato.

Arrivare a Bosa sarebbe una pazzia. Attendiamo. Ho la fortuna che qui ci sono delle persone che mi hanno accolto come si fa con un vecchio amico. È vero che chi viene dal mare viene normalmente aiutato ma qui il trattamento è davvero commovente.

Mangio spesso con loro e ho tutta l’ assistenza possibile. Lello, il gestore del chiosco, fa di tutto per non farmi stare solo. Trascorriamo ore a parlare anche perché le manutenzioni che dovrebbe fare con i suoi figli, con questo vento sono complicate. Ieri ho passeggiato nel lungo mare, ho ammirato ancora una volta il mare dalle mura fortificate.

Al tramonto la città da il meglio di sé. Il sole scende in direzione di Capo Caccia e, dalla mia posizione accanto a cannoni e catapulte, godo dello spettacolo un po’ infreddolito dalle temperature nettamente più basse rispetto ai giorni scorsi.

Ricevo la sorpresa della visita di due cari amici, trascorriamo qualche ora assieme mangiando seduti al tavolo di un bar chiuso, una rana pescatrice alla catalana che non scorderò per anni. La cuoca non ha avuto remore a darmi la ricetta ma son sicuro che la prossima volta che mangerò questo piatto prelibato sarà di nuovo, come da tradizione, con lei.

Ieri ho avuto il piacere di incontrare, seppur in maniera virtuale, i miei allievi della scuola media di Elmas. È stato bello poter interloquire con loro, descrivendo le sensazioni che questo viaggio mi sta dando e provando a rispondere a tutte le loro curiosità. Il mio auspicio è quello che anche loro in qualche modo possano avere occasione di vivere la natura e la loro isola in maniera simile alla mia. Oggi il vento continua a soffiare forte quindi vorrei fare qualcosa per il posto che mi ospita.

Decido di pulire la duna alle mie spalle. Prima di iniziare la mia attività ho chiamato il Comune di Alghero che prontamente mi ha dato disponibilità per il ritiro di ciò che avrei raccolto. Nel giro di mezz’ora mi forniscono perfino le buste. Soprattutto carta, ma anche bottiglie di plastica, vetro e lattine, un ombrello, polistirolo, buste di patatine e carte di gelato si annidano tra i cespugli. Faccio estrema attenzione a scrollare da ciò che raccolgo la sabbia perché sarebbe un peccato farla finire in mezzo ai rifiuti. Domani, se non pioverà, continuerò il mio lavoro per poi incontrare qualcuno del Comune per conferire il raccolto.

Mentre rientro verso il mio kayak ho la soddisfazione di godere di un posto già molto più pulito e decoroso. La speranza è sempre quella che le persone si sentano un pochettino più in dovere di non buttare nulla.

Prima di mettermi a riposare faccio le mie misurazioni mediche giornaliere di cui vi vorrei parlare più dettagliatamente nei prossimi resoconti. La speranza è quella che il meteo migliori quanto prima perché la mia corsa lungo la costa occidentale Sarda possa riprendere.

Buonanotte!

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